TOMEO (PSICOLOGO): RIFERIMENTO DI TANTI RAGAZZI IMPAURITI E DISORIENTATI
11 Gennaio 2021COVID, UNA ‘STANZA ABBRACCI’ ANCHE IN QUATTRO RSA NELL’AVELLINESE
11 Gennaio 2021In prima linea al fianco di disabili e minori. E’ la mission degli educatori professionali del Consorzio A5, guidati da Antonella Spina che coordina il servizio socio-educativo d’ambito. Paola Armerini, Federica Aurigemma, Anna Rosa Fiorino, Assunta Barbara Follo, Filomena Lepore, Carla Pagnotta e Alessandra Rizzo sono i sette educatori impegnati quotidianamente nei 28 comuni dell’Ambito. A questi, grazie al Fondo di Contrasto alla Povertà, si affiancano altre figure esterne di supporto. Il gruppo di lavoro opera in sinergia con l’equipe territoriale, di cui fanno parte assistenti sociali e psicologi.
Dottoressa, quali sono le aree di intervento della vostra squadra?
Operiamo essenzialmente in due aree: quella delle disabilità e quella dei minori e delle responsabilità familiari. Nel primo caso ci occupiamo dell’assistenza specialistica, un servizio per i bambini e i ragazzi disabili che garantiamo presso tutte le istituzioni scolastiche del comprensorio. Agiamo sulla base di un progetto educativo individualizzato (il cosiddetto PEI), approntato dalle scuole con le quali c’è un accordo di programma, come previsto dalla legge nazionale 104, che coinvolge, oltre le stesse scuole e il Consorzio dei servizi sociali, anche l’Asl locale, ed in particolare il servizio di neuro-psichiatria infantile. Il nostro assistito è posto al centro di questo percorso e tutti i soggetti operano esclusivamente in funzione di quelle che sono le sue esigenze.
Come intervenite concretamente sul territorio?
Nel momento in cui un bambino o un ragazzo disabile ha bisogno di un intervento specialistico, in aggiunta e ad integrazione dell’insegnante di sostegno, le scuole avanzano richiesta al Consorzio e, in sede di GLH, il gruppo di lavoro per l’handicap, il neuropsichiatra, che ha in carico l’assistito, valuta e decide, in linea con gli obiettivi fissati dalla scuola. Educatore e neuropsichiatra operano così in stretta sinergia, di concerto naturalmente con la scuola e la famiglia. Nel corso dell’anno scolastico l’educatore porta avanti un piano di attività che sarà poi sintetizzato all’interno di una relazione che condividerà con gli altri soggetti, a partire dal neuropsichiatra. Complessivamente seguiamo una trentina di bambini delle scuole Primarie ed un’altra decina di ragazzi tra gli istituti Superiori.
Cosa è successo durante i mesi del lock down? Siete riusciti a garantire comunque i vostri servizi?
Non è stato facile, ma non ci siamo mai fermati. Abbiamo continuato a seguire i nostri assistiti da remoto, con tutti gli strumenti e le tecnologie a disposizione. E’ stato un lavoro immane, ma siamo riusciti a fornire i nostri servizi, nonostante le difficoltà organizzative delle scuole e, non di rado, le resistenze delle famiglie, non sempre propense a collaborare.
Quali sono le attività che rientrano nella vostra seconda area di competenza, quella riservata ai minori e alle responsabilità familiari?
In questo caso l’educatore sostiene e aiuta i genitori a gestire al meglio il rapporto con figli disabili, evitando così soluzioni traumatiche, come potrebbe essere il trasferimento in strutture specialistiche. Abbiamo attivato anche un percorso di educativa domiciliare che prevede la costante presenza di un educatore a casa, il quale, spesso, si occupa anche della gestione delle piattaforme scolastiche.