MIANO, LUCE DI SPERANZA DALLA SCUOLA
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4 Gennaio 2023“Solo nei suoi occhi” è l’ultimo libro di Alessandra Romano. “É il continuo – precisa l’autrice – de “L’Isola D’Agata”. Quindi è il seguito di una storia nata un paio di anni fa. Eravamo arrivati al rincontro tra Natalia e Lorenzo, dopo un periodo di silenzio. Talia e Lorenzo sono i protagonisti di questa saga. Inizialmente due bambini che trascorrono la loro infanzia in orfanotrofio, poi crescono e fortunatamente vengono adottati. Quindi assistiamo anche alla loro vita a Napoli, fuori dalla struttura. In questo secondo libro crescono sempre di più sia anagraficamente che caratterialmente. Natalia soprattutto avrà una bella evoluzione, però alla fine farà delle scelte date sempre dalla sua ambizione e metterà da parte i sentimenti”.
Qual è il messaggio che, con questo libro, vuole consegnare ai suoi lettori?
Di seguire sempre i sentimenti. Cosa che Talia non farà ma, attraverso questa scelta contraria a ciò che mi auguro, vorrei far capire che l’ambizione e il lavoro sono importanti, ma che l’amore è qualcosa che non si può dare per scontato, chiedo ai miei lettori di non rinunciarci mai.
Quando uscì il suo penultimo libro, “I fuggiaschi di Padova”, disse che c’era tanto di lei in quel testo, è così anche in questo caso?
L’ambizione di Talia e la nobiltà d’animo di Lorenzo mi rappresentano sicuramente. Ma l’amore che vivono loro, purtroppo, l’ho provato solo attraverso la penna.
Quanto è importante per lei la scrittura, e quanto crede che sia servita per provare a superare le tante problematiche che vive ogni giorno sulla sua pelle?
Se sono viva è grazie alla scrittura. Quando ho perso l’udito sono caduta in depressione e non riuscivo più neanche a scrivere, appena ho ripreso sono tornata a vivere. La scrittura è la mia voce, il mio urlo contro un mondo che ha ancora delle grosse pecche che denuncio solo attraverso la penna.
Quanto è stato fatto e, soprattutto, deve essere ancora fatto per garantire pari opportunità ai diversamente abili?
La strada è ancora lunga. Stiamo ancora ai posti auto per disabili occupati, ai cinema che non permettono ai sordi di poter assistere. Credo manchi molta apertura mentale e umanità.
Di recente ha scritto un articolo per il nostro network, sottolineando che gran parte della filmografia mondiale non prevede ancora sottotitoli per non udenti. Perché si incontra tanta resistenza a realizzare anche interventi apparentemente semplici e banali?
Non parlerei di mondiale perché in America questa resistenza non c’è. Credo che essa dipenda da un problema di adattamento da parte di noi non udenti. Molte persone che conosco, e hanno problemi di udito, risolvono privandosi del cinema. Io non sono d’accordo, per me noi dobbiamo essere i primi a far valere i nostri diritti. Lo Stato ci ascolterà solo a seguito delle nostre rivendicazioni, perché aspettare che ci pensi autonomamente è solo un’utopia.