CONTINUA IL VIAGGIO NELLA MEMORIA DELL’IRPINIA
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27 Giugno 2023“Ho sempre voluto scrivere un libro su mia nonna. Credo che il suo vissuto sia da prendere come modello e, penso, sia giusto farlo conoscere a più persone possibile”. Alessandra Romano, giornalista e scrittrice, presenta così il suo nuovo libro “La seconda madre”, pubblicato da Augh!, e presentato pochi giorni fa a Portici, la sua città natale. Alessandra è non udente, una disabilità che l’ha spinta a concentrarsi sempre di più sulla scrittura, la sua naturale forma di comunicazione. Pigiando senza sosta le dita sulla tastiera, Alessandra ha pubblicato diversi libri, i “Fuggiaschi di Padova” e la saga dell’Isola di Agata (“Spero che i miei libri con il tempo vengano maggiormente conosciuti, la saga dell’isola D’Agata – ci confessa – potrebbe appassionare molti lettori”) e, attraverso il web, porta avanti diverse battaglie sociali.
Alessandra, il tuo ultimo libro è dedicato a tua nonna. Perché per te è stato ed è un modello?
Per la caparbietà nel portare avanti gli obiettivi prefissati. Per la sua grande forza interiore che le ha consentito di non lasciarsi mai ostacolare dai pregiudizi.
Pregiudizi in quanto donna?
Sì, anche, per lei in molti casi è stata dura, ma non ha mai mollato. E oggi, mi lascia un messaggio di forza straordinario, che ho voluto condividere con il pubblico e con quanti vorranno leggere il mio romanzo.
Quanto credi sia lontano l’obiettivo della parità di genere?
Mah, sicuramente sono stati fatti dei passi avanti rispetto alla sua epoca, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Credo ci vorrà un bel po’, c’è ancora tanto da fare. Penso allo sport, ad esempio, dove, sebbene la partecipazione delle donne stia aumentando, restano comunque ai margini negli organi decisionali delle istituzioni sportive. È un segnale, l’ennesimo, che la parità di genere resta un obiettivo tutto da conquistare.
C’è qualcosa che unisce questo libro a tuoi precedenti lavori?
L’amore. Io ne parlo sempre, sotto diverse sfaccettature ovviamente. In questo caso è l’amore per mia nonna e quello che lei ha donato a me e a tutti noi. Un amore eterno, perché fondato su basi forti, di valori importanti.
Com’è stato accolto questo libro in famiglia?
Non tutti lo hanno ancora letto, e credo perché qualcuno non è ancora pronto. Chi lo ha letto si è commosso molto. Sono convinto che sarà un ulteriore elemento di unione, di condivisione familiare. Mia nonna era anche questo.
Stai lavorando a qualche altro progetto?
Sto aspettando risposte da alcune case editrici per il nuovo manoscritto. Chissà, speriamo bene.
Di che parla il tuo prossimo lavoro? Ci dai una piccola anticipazione?
Di una professoressa di lettere sorda, che insegna agli alunni la letteratura in modo alternativo, attraverso l’immaginazione, l’unico modo che ha a disposizione per ascoltare e capire. Gli alunni impareranno molto da lei, e anche lei da loro. Una storia profonda, che spero possa piacere.
Alessandra, in questi giorni stai sensibilizzando l’opinione pubblica su una petizione per l’inserimento dei sottotitoli nei film al cinema.
Sì, è una battaglia di civiltà che sto conducendo già da un po’, ne ho anche parlato al Corriere della Sera e spero sia servito a scuotere le coscienze. Con Raffaele Puzio, Presidente di Fiadda Campania e Elena Montuschi, volontaria di Alfa e componente del Comitato di Ledha Donne, abbiamo intenzione di rendere il cinema un posto davvero accessibile a tutti, e i sottotitoli sono solo la prima tappa. Io amo il cinema e non voglio privarmi ancora di una mia grande passione.